Cronaca di un lockdown annunciato
di Valerio Annicelli
30/10/2020 Le curve del Covid
Riprendiamo l’analisi da una domanda. Quali sono gli interventi giusti per il contenimento (del contagio)?
In questi giorni si assiste a disposizioni regionali scoordinate che danno seguito a numerose polemiche e che fomentano una situazione esplosiva che già ha dato i primi violenti risultati durante qualche manifestazione. La sensazione dei più è che le misure di contenimento siano ingiuste, inadeguate e incomprensibili.
Ma perché è così difficile mettere d’accordo tutti? Sicuramente c’entrano gli interessi di parte, sicuramente c’entrano le curve di contagio, sicuramente c’entrano i comportamenti inadeguati di molti. Ma a mio avviso il motivo principale risiede nella mancanza di un criterio decisionale unico da applicare che, per quanto discutibile e opinabile possa essere, basi le decisioni su dati scientifici riconosciuti e sostenuti da modelli statistici comprovati.
Per supportare la verifica, e se necessario il rafforzamento, dello stato di preparazione dei sistemi sanitari nelle Regioni/PA al fine di fronteggiare in modo ottimale un (eventuale) aumento nel numero di nuove infezioni da SARS-CoV-2 nonché i diversi scenari possibili nella stagione autunno-inverno 2020, l’Istituto Superiore della Sanità e il Ministero della Salute hanno pubblicato il documento Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale. Roma: Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità; 2020. Andando a consultare il documento, si può evincere come siano stati classificati i possibili scenari epidemici del periodo autunno-inverno che avrebbero avuto impatto sul sistema sanitario. E come tali impatti fossero dipendenti da alcune incognite:
- Trasmissibilità di SARS-CoV-2 a fine estate.
- Trasmissibilità di SARS-CoV-2 nelle scuole.
- Trasmissibilità di SARS-CoV-2 nei luoghi di lavoro.
- Impatto della mobilità della popolazione sulla trasmissione di SARS-CoV-2.
- Contributo del sistema di prevenzione aziendale nei luoghi di lavoro.
- Grado di accettazione delle misure igienico-sanitarie e comportamentali per la prevenzione della trasmissione di SARS-CoV-2.
- Capacità di risposta dei sistemi di prevenzione e controllo.
Un altro aspetto importante da considerare, correlato più alla tenuta del sistema sanitario che alla trasmissibilità di SARS-CoV-2, riguarda l’età media dei casi. Alla luce di queste incognite, i possibili scenari che si erano prospettati per l’autunno nelle diverse regioni sono stati così schematizzati.
- Rt<1 - Situazione di trasmissione localizzata (focolai).
- 1≤Rt<1,25 - Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa, ma gestibile dal sistema sanitario nel breve-medio periodo.
- 1,25≤Rt<1,50 - Situazione di trasmissibilità sostenuta e diffusa con rischi di tenuta del sistema sanitario nel medio periodo.
- Rt>1,50 - Situazione di trasmissibilità non controllata con criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo.
Ricordo che Rt è numero di riproduzione netto (trasmissibilità di un patogeno calcolata nel tempo in presenza di interventi) che si differenzia da R0 numero di riproduzione di base (trasmissibilità di un patogeno in assenza di interventi).
Senza andare troppo oltre nello specifico ambito tecnico-scientifico, sarebbe stato necessario fin da quest’estate (anche se si potrebbe obiettare che il documento citato è stato divulgato a inizio ottobre) definire interventi che fossero funzione delle incognite e dei quattro scenari dipendenti da Rt. Ciò per definire iter decisionali per il contenimento del contagio che non fossero demandati a discrezionalità e applicabili su base regionale, ma di valenza nazionale. Servono regole certe per verificare l’efficacia delle azioni di contenimento (auspicando di avere individuato quelle giuste) sulla base di criteri oggettivi applicati da tutti, e non discrezionalità strumentali e strumentalizzabili.
Altra storia poi è il rispetto delle regole. Ma questo è un argomento spinoso che è alla base di ben altri mali della nostra nazione. Perché non si è fatto? A pensare male si fa peccato ma probabilmente ci si azzecca.
Come siamo messi oggi? Male. E ciò che è peggio è che le misure di contenimento di oggi non daranno frutti prima di un mese. Per questo non deve sorprendere se ancora per un po’ vedremo le curve in salita nonostante gli interventi correttivi.
Quando gli interventi manifesteranno graficamente tendenze positive? Quando la curva delle TI arriverà al punto di flesso, o se vogliamo quando la curva delle variazioni delle TI sarà stabilmente in segno negativo.
Per ora gli andamenti di saturazione delle TI non raccontano nulla di buono. Ma non sono uguali in tutte le regioni. Speriamo nel frattempo di non arrivare nello scenario 4.
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Pietro Andrea Annicelli