cronache martinesi

Direttore Pietro Andrea Annicelli

Sara Putignano e la «capa tosta» martinese

di Redazione

17/07/2020 Spettacoli

Valutazione attuale:  / 7
Scarso Ottimo 
Vota
Sara Putignano e la «capa tosta» martinese

 

«Non individuavo la mia vocazione nel mestiere dell'attrice, ma nella voglia di far finta di essere qualcun altro. Ho seguito un gioco e poi ho scoperto che gli corrispondeva un mestiere. A diciotto anni volevo andare a Roma per conoscere il teatro: capire davvero cos'era, non necessariamente farlo. L'ho conosciuto e non l'ho più abbandonato». Sara Putignano il 27 luglio sarà al Festival della Valle d’Itria dove parteciperà alla lettura scenica dal Carme LXIV di Catullo e dalla “Epistola X” delle Eroidi di Ovidio nell’ambito dell’Omaggio a Martina Franca, città del Festival. Il 4 giugno Rai Play ha mandato in onda La rivincita, film diretto da Leo Muscato e prodotto da Altre Storie di Cesare Fragnelli con Rai Cinema, in cui Sara ha recitato tra i protagonisti. 

Profeta in patria, quindi. Cosa ha significato per te girare un film a Martina Franca?

«Farlo nella propria città determina un impatto emotivo diverso. Andavo a dormire a casa mia mentre gli altri restavano insieme in albergo: condividere i tempi fuori dal set è importante e mi è venuto a mancare. Ho girato meno degli altri perché così prevedeva il mio ruolo. Poi, in fase di montaggio, i tempi sono stati riequilibrati ed è diventata una storia corale. È stato bello perché le opere prime, per Leo lo è stata, hanno sempre un fascino particolare. Insieme alla naturale inesperienza c’è un grandissimo cuore, una grandissima energia, una grandissima voglia di voler imparare tanto in poco tempo, fare tutto al meglio. Questa, almeno, è la mia visione delle cose. C’è una spinta d’energia che, secondo me, è diventata il cuore pulsante della storia e del film. Tutto il cuore che Leo e la troupe sono riusciti a infondere è diventato una caratteristica fondamentale del film. E questo ha colpito molto gli spettatori perché c’è qualcosa che arriva alla radice di tante cose e di tanti sentimenti. C’è di mezzo una terra che è sangue. Quando si vedono certi ulivi ti rivedi da bambina che corri tra quei campi, quindi c’è una sensazione di appartenenza a un luogo che senti intensamente. Traspare una universalità molto forte per le tematiche e i personaggi, Leo li ha definiti personaggi archetipici, per cui viene fuori una storia che potrebbe essere stata ambientata, con varianti minime, in qualunque parte della Terra». 

È stato difficile fare un film per te che sei essenzialmente un’attrice di teatro?

«È vero che ho dieci anni di lavoro teatrale alle spalle, però mi auguro che le esperienze cinematografiche aumentino nel corso del tempo. Fare La rivincita è stata quindi un’occasione per approfondire la mia conoscenza di questo genere di recitazione, in particolare di assorbire tutto quello che i tempi del cinema, molto brevi, hanno consentito. C’è un rapporto notevole con la frustrazione. Il cinema insegna molto a lasciare andare: quello che è fatto è fatto, ci si deve mettere il cuore in pace e via. In teatro ogni sera c’è la possibilità di rifare e rivivere il personaggio, perfezionandolo». 

È stato Leo o Cesare a proporti di recitare ne La rivincita?

«È stato Leo Muscato. Mi aveva incontrato casualmente a Torino perché entrambi facevamo un lavoro diverso. Mi ricordo ancora questo caffè al bar del teatro, credo quattro anni fa, dove lui mi raccontava che aveva voglia di scrivere e raccontare questa storia di due coppie e di una famiglia facendone un film. Mi disse che avrebbe avuto piacere che una delle protagoniste fossi io. Fino ad allora c’eravamo annusati dal punto di vista lavorativo, ma non c’era stata alcuna occasione di lavorare insieme. Ha proposto il film a varie produzioni fino a quando è stato accettato da Altre Storie». 

Che cosa hanno detto quelli che hanno visto il film?

«Ho avuto dei riscontri molto belli. La cosa particolare, facendo una media delle telefonate ricevute, è stato constatare che questa storia ha suscitato un impatto emotivo molto forte. Ed è già una cosa bellissima. Leo lavora tantissimo sugli attori e sulle scene. La mancanza di competizione tra noi, anche questa una cosa molto bella, evidentemente è riuscita a trasmettere l’idea che tutti insieme raccontiamo qualcosa. Sul piano strettamente personale, chi mi conosce in altre vesti sa che il personaggio in questo film tendeva all’implosione più che all’esplosione, per cui c’è stato tutto un percorso di malessere trattenuto, d’inquietudine, le cui motivazioni restavano accennate, non spiegate, evocate, com’era nel personaggio. Molti miei colleghi che fanno teatro lo hanno trovato molto bello da vedere. In genere, tutto il settore ha molto amato questo film. A parte Michele Venitucci, La rivincita ha portato attori di teatro al cinema. È stata questa la grande scommessa, la grande sfida: può funzionare un film se non ci sono nomi famosi? Ed è stata vinta, confermando che a vincere sono le storie, non i nomi degli attori». 

Che idea hai di martinesi poliedrici come Leo Muscato, drammaturgo, regista teatrale e poi cinematografico, e Cesare Fragnelli, che ha iniziato come regista di cortometraggi per arrivare alla produzione e alla distribuzione?

«Ne ho grande stima. Il loro percorso ci dice che si sono fatti da soli rischiando tanto, mettendo in discussione tante cose in contesti a volte difficili da scardinare. Mi sento affine a loro in questo: chi viene dalla piccola città cerca d’inseguire il grande sogno senza in realtà averlo vissuto perché viene da famiglie che nella vita hanno fatto tutt’altro, C’è questa grande spinta e determinazione a portare avanti i propri sogni e a trasformarli seguendo degli istinti, delle volontà, delle passioni».

La famosa capa tosta martinese.

«Infatti. Una cosa che mi emoziona è la reazione di molta gente quando scoprono che sono pugliese. Mi sono sentita dire: ah, ecco perché. Anche Luca Ronconi diceva che i pugliesi hanno una marcia in più. Sorrido e m’inorgoglisco perché mi accorgo che la Puglia, Martina Franca, mi hanno fatto crescere con una grande forza ed energia. La capa tosta è stata davvero fondamentale e determinante! A Martina, poi, grazie alla Fondazione Paolo Grassi e al Festival della Valle d'Itria, ho iniziato a sentire presto la presenza del teatro e dei grandi palcoscenici. Perciò grazie Puglia, grazie Martina Franca».

 

  

Una storia familiare che racconta la realtà difficile e complessa del nostro paese: la nuova povertà, le ingiustizie, i soprusi, ma anche la forza di lottare, nonostante tutto, di non arrendersi mai. La Rivincita di Leo Muscato, una produzione Altre Storie con Rai Cinema, prodotto dal pugliese Cesare Fragnelli, realizzato con il contributo della Regione Puglia e di Apulia Film Commission, ha debuttato dal 4 giugno in esclusiva su RaiPlay (www.raiplay.it). Il film, selezionato al Bifest 2020 nella sezione competitiva, fa parte del progetto La Rai con il Cinema italiano - Otto film di Rai Cinema in esclusiva su RaiPlay. 

Basato sull’omonimo romanzo di Michele Santeramo, pubblicato da Baldini & Castoldi, racconta le rocambolesche disavventure economiche e familiari di due fratelli, Vincenzo e Sabino, e delle loro mogli, Maja e Angela. Come accade a tante famiglie del nostro presente, hanno perso ogni diritto. Per loro anche il desiderio di un figlio diventa un lusso irraggiungibile. Una precarietà economica che incide profondamente sui loro legami affettivi e familiari, sulla loro dignità. Ma i nostri protagonisti non si arrendono: lottano in cerca della loro personale rivincita. A fare da sfondo a questa storia intensa ci sono la cittadina di Martina Franca e le splendide campagne che la circondano.

Tra i protagonisti principali Michele Venitucci, Michele Cipriani, Deniz Özdoğan, Sara Putignano, con la partecipazione di Giuseppe Ciciriello, Vittorio Continelli, Franco Ferrante, Francesco De Vito e con l’amichevole partecipazione di Domenico Fortunato. La Rivincita si arricchisce inoltre della collaborazione del compositore e musicista Paolo Fresu. Il finale del film è infatti accompagnato dalle note del brano No potho reposare, un canto d’amore della musica tradizionale sarda, nella sua versione arrangiata e interpretata dal maestro Fresu. 

Una grande produzione nazionale, un film di attualità, che riguarda tutti noi, con un’anima tutta pugliese. Il regista Leo Muscato, insieme al produttore Cesare Fragnelli, sono originari di Martina Franca. Lo sceneggiatore Michele Santeramo è di Terlizzi. Gli attori principali, Michele Venitucci, Michele Cipriani, Sara Putignano, le partecipazioni straordinarie di Domenico Fortunato, Francesco De Vito, Vittorio Continelli, Franco Ferrante e molti ruoli del cast, sono pugliesi. Così come il direttore della fotografia, Giorgio Giannoccaro, la scenografa, Fabiana Rizzi, e gran parte della troupe Inoltre il film, una produzione Altre Storie con Rai Cinema, è stato prodotto anche grazie al contributo della Regione Puglia e dell’Apulia Film Commission.

Un film umano ma anche un film di impegno civile che affronta temi importanti: l’incertezza lavorativa ed economica, la mancanza di opportunità, aprendo, oggi più che mai alla luce di quello che il mondo sta affrontando, un dibattito sulla necessità di una rivincita morale e concreta per tutti. 

Clicca qui vedere La rivincita su Raiplay.

Lascia un commento

Verify Code

Cara lettrice, caro lettore,

Cronache Martinesi fa un giornalismo di provincia ma non provinciale secondo l'idea plurale, propria di internet, che ogni punto è un centro. Fare del buon giornalismo significa fornire a te che ci leggi delle informazioni sui fatti e sul loro approfondimento. Richiede professionalità, fatica e ha un costo. Cronache Martinesi vuole continuare a proporre un'informazione libera e indipendente. Se ti piace quello che leggi, puoi liberamente contribuire con una somma, anche minima, tramite PayPal. Ci aiuterà a fare sempre meglio il nostro lavoro. Grazie.

Pietro Andrea Annicelli