Giuseppe Palestra: «Gli open data per la trasparenza amministrativa»
di Redazione
03/04/2019 Municipio
Giuseppe Palestra, ingegnere e istruttore direttivo informatico del Comune, aveva fatto parlare di sé quattro anni fa per aver ideato Nao, un social robot per bambini autistici nell'ambito del progetto Saracen (nella foto). Oggi è il punto di riferimento per la partecipazione dei cittadini ai processi decisionali del Comune attraverso gli open data.
Open data: che cosa è stato fatto, cosa si sta facendo e cosa si farà per quanto riguarda il Comune di Martina Franca?
«Da febbraio è attivo il portale Open Data. Esso contiene già trentaquattro dataset suddivisi in tredici gruppi o categorie. I dati sono relativi alla mensa scolastica, la raccolta differenziata, le pratiche Suap, i cantieri in corso, le spese del Comune, i parcheggi. Molti altri saranno implementati nei prossimi mesi per essere messi a disposizione della comunità ed essere liberamente riutilizzati».
Si tratterà di soluzioni facilmente fruibili per i cittadini o non temete un netto digital divide tra nuove e vecchie generazioni, ovvero tra chi ha dimestichezza con le nuove tecnologie e chi non è abituato a fruirne?
«Il portale è stato realizzato tenendo conto delle linee guida di design elaborate dal team digitale della presidenza del Consiglio e da Agid per poterne garantire la fruizione a tutti quanti sappiano navigare in internet».
Open data fa rima, diciamo così, con città aperta e società aperta: lo è per davvero? Non possono invece trasformarsi in un'azione di controllo delle attività dei cittadini, determinando in definitiva un danno alle libertà?
«Gli open data fanno rima con trasparenza. Infatti, essi stessi diventano uno strumento di controllo e d'informazione dell'attività amministrativa da parte dei cittadini. Inoltre, i dati, se resi accessibili a tutti senza discriminazioni, sono una risorsa che innesca processi economici, come è stato già dimostrato da studi condotti in Europa».
Quali possono essere delle scadenze temporali, almeno per quanto riguarda le direttive dell'attuale Amministrazione e la loro proiezione nel tempo, nell'attuazione dei servizi digitali?
«Da un po' di tempo a questa parte l'Amministrazione comunale ha fatto significativi passi avanti in tema d'innovazione dei servizi digitali. Basti pensare al subentro nell'anagrafe nazionale della popolazione residente, alla possibilità di effettuare pagamenti con pagoPA, lo stesso portale istituzionale: sono tutti esempi concreti di come l'Amministrazione si stia muovendo nell'ottica della transizione al digitale condivisa con i cittadini. Infatti, l’obiettivo della transizione al digitale è sempre quello di facilitare il dialogo tra i cittadini e l'Amministrazione comunale. E nel prossimo futuro fra gli obbiettivi dell'Amministrazione vi è la digitalizzazione dei servizi demografici. Richiedere certificati tramite internet sarà all'ordine del giorno. Snellirà le code agli sportelli e migliorerà il rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione. Prossimamente i cittadini potranno trovare un elimina code per i servizi demografici che sicuramente faciliterà l'accesso agli sportelli».
Che cosa occorre fare, che cosa ci vuole e quanto ci vuole per rendere Martina Franca una smart city?
«In generale rendere una città smart, intelligente, vuol dire non solo utilizzare infrastrutture ICT, sensori, sistemi distribuiti, ma anche dei profondi cambiamenti di pianificazione urbanistica, territoriale e dei servizi pubblici. Insomma, un cambiamento consistente che ben si adatta a città con milioni di abitanti che dovranno necessariamente prendere questa strada se non vorranno trovarsi nella situazione di diventare invivibili per i propri cittadini. Per Martina, secondo me, è possibile digitalizzare diversi servizi pubblici come sta avvenendo. Questo già la renderebbe più smart».
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Pietro Andrea Annicelli