Isidoro Chirulli ritrovato: Angelo e Piero Marinò ne rivelano il volto
di Redazione
14/05/2021 Cultura
Che sembianze aveva l’arciprete Isidoro Chirulli (1683-1771)? Gli storici locali se lo sono chiesti a lungo. Ma non risultava essere giunta fino a noi alcuna raffigurazione su dipinti o sculture. Adesso quel volto possiamo sapere com’era. Isidoro Chirulli, nel dipinto qui proposto nella versione originale attualmente sottoposta a restauro (immagine in basso) e in una nostra ricostruzione (immagine in primo piano) verosimilmente non dissimile dalla versione che, restaurata, sarà esposta nelle prossime settimane, è l’uomo in basso a sinistra.
Personalità di grande cultura, protagonista della rinascenza della Martina settecentesca e precursore degli studi storici locali e non con l’opera in tre tomi Istoria cronologica della Franca Martina con gli avvenimenti più notabili del regno di Napoli, ritenuta fondamentale per la sua attendibilità e pubblicata nel 1749, l’arciprete Chirulli fece costruire la Collegiata di San Martino, oggi Basilica, in sostituzione dell’originaria chiesa romanica, lesionata dal terremoto che colpì duramente il Salento il 20 febbraio 1743. Di quell’antica e pregevole costruzione resta il solo campanile capitozzato.
Ma come si arriva al dipinto che Cronache Martinesi fa vedere grazie alla disponibilità dello storico dell’arte Piero Marinò? È una storia curiosa. Piero Marinò è il fratello più giovane di Angelo, come lui ex preside e decano degli studiosi di storia di Martina. Angelo Marinò da molti anni vive a Pisa. Riordinando le sue carte, qualche tempo fa rinviene una lettera del 6 gennaio 1973 che aveva dimenticato di avere.
È di Gabriele Marzano, di San Pietro Vernotico, che risponde a una sua precedente missiva del 3 gennaio. Qualche settimana prima, viaggiando in autobus ogni giorno per raggiungere l’Istituto commerciale a Taranto dove insegnava, Angelo Marinò aveva scambiato due chiacchiere con il geometra Isidoro Chirulli, discendente dell’arciprete. Era così venuto a sapere che un amico del Chirulli, di San Pietro Vernotico, possedeva un dipinto dov’era raffigurato l’omonimo e illustre antenato.
Il quadro non restaurato.
Marinò chiede di entrare in contatto con questa persona e gli scrive per ricevere conferma della notizia. Gabriele Marzano, nella lettera ritrovata, gli risponde: «Il quadro, che per noi in famiglia riporta l’effigie del Chirulli, fu da Martina Franca portato a Lecce dalla famiglia dei miei nonni materni, cioè dei coniugi Pasquale Guglielmi e Carolina Chirulli. Morto a Lecce il Guglielmi, che abitava in via San Lazzaro, la vedova passò, ospitata, in casa della figlia Camilla Guglielmi, moglie dell’avv. Raffaele Flascassovitti, nella casa della quale il quadro rimase fino al 1940, quando fu portato a San Pietro Vernotico, ove l’avv. Flascassovitti, morta la sua prima moglie Camilla, passò a risiedere con la sua seconda moglie che è mia sorella, Giulia Marzano».
La lettera di Marzano a Marinò prosegue: «Dalla casa del Flascassovitti, morto ultracentenario il 7 dicembre 1969, il quadro con mia sorella è passato a casa mia. Nulla di preciso posso dirle sull’iter del quadro dalla morte del Chirulli, quando è da supporsi fosse stato in casa di lui, al passaggio in casa dei miei nonni suddetti Guglielmi-Chirulli. Mia nonna però, a me, ragazzo, diceva che la figura che compare a destra, nella parte bassa del dipinto, una bambina che porge una rosa, fosse di sua nonna che porgeva la rosa allo zio, riprodotto a sinistra, prelato con parrucchino».
Piero e Angelo Marinò
Il dipinto non è datato né firmato. Piero Marinò lo attribuisce però senz’altro alla scuola di Domenico Carella, altro protagonista del Settecento martinese con gli affreschi alle sale nobili del Palazzo Ducale e in diversi palazzi nobiliari del centro antico. «Quando mio fratello mi fece vedere la lettera, non mi sembrò vero» dice. «Mi misi subito alla ricerca del Marzano. Trovai suo figlio Antonio che fu disponibilissimo. Volli mettere alla prova la sua generosità e gli proposi di donare il quadro ai martinesi vista la sua importanza storica. Accettò. A quel punto andai a trovare il sindaco e l’assessore ai beni culturali, Antonio Scialpi, ai quali raccontai l’accaduto e suggerii di organizzare una mostra sul Carella in occasione del trecentenario della sua morte che coincide anche con i duecentocinquant’anni dalla scomparsa del Chirulli. E in quell’ambito, in un apposito evento, celebrare ufficialmente la donazione».
Il Comune ha fatto proprio il suggerimento di Marinò. Attualmente il quadro è sottoposto a restauro e dovrebbe essere pronto entro giugno. L’evento che sancirà la donazione ai cittadini di Martina Franca del dipinto, che recherà una targhetta in ricordo dell’avvenimento, si svolgerà in estate nell’ambito della mostra su Domenico Carella curata da Piero Marinò. Avrà per tema: Isidoro Chirulli ritrovato.
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Pietro Andrea Annicelli